PIÚINFORMA® promuove da sempre l’importanza della sostenibilità sociale ed ambientale del cibo, alimenti e bevande che consumiamo ogni giorno fuori casa.
Attraverso l’applicazione della propria consulenza e servizi, tutto questo diventa realtà creando valore e benefici per tutti. Un chiaro strumento di supporto alle aziende sia pubbliche che private che vogliono ridurre la propria impronta ambientale intervenendo in uno dei settori più impattanti al mondo: il settore agroalimentare.
In netta contrapposizione alle sole promesse di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, PIÚINFORMA® è la soluzione concreta per chi non si ferma alle sole promesse, ma che agisce in modo concreto per ridurre l’impronta ambientale nel food.
Ma perché intervenire sul cibo, alimenti e bevande?
Il settore agroalimentare è ad oggi uno dei settori industriali più impattanti sull’ambiente (ma non solo) nel mondo. Per avere una panoramica dell’importanza che ricopre basti pensare che ben 14 su 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 sono legate al cibo e all’alimentazione.
Stiamo parlando infatti di un settore il cui fatturato annuo nel mondo è di circa 8 bilioni di dollari, destinato a crescere con l’aumentare della popolazione e della incessante richiesta.
8 bilioni di dollari corrispondono oggi al 10% del fatturato globale, un numero che benché non possa sembrare spropositato, per pochi bilioni supera quasi il fatturato di telecomunicazioni, automobili, gas e petrolio, messi insieme. Ma come si traducono questi numeri in termini di impatto sull’ambiente?
Gli impatti ambientali del cibo, alimenti e bevande
Secondo un recente studio condotto dal FAO, il settore agroalimentare, con tutto ciò che ne consegue, sarebbe capace di generare il 34% circa delle emissioni globali di gas serra.
Pensate solo alla vastità di campi e allevamenti, ai disboscamenti e ai numerosi trasporti che ogni giorno ci garantiscono prodotti alimentari che provengono anche da decine di migliaia di kilometri di distanza.
Un sistema, quello alimentare che ormai ha superato il buon senso, se pensiamo che ad esempio circa il 30% del cibo che viene prodotto viene poi sprecato.
Conoscere e misurare per ridurre!
Ciò che fa specie è che molto di quello che è scritto in questo articolo, è totalmente distante dall’informazione comune. Nelle scuole, l’educazione alimentare è non pervenuta, mentre le pubblicità ci bombardano di falsi claims alla stregua del green washing.
Ma quali sono quindi gli impatti che il cibo, alimenti e bevande hanno sull’ambiente ma che in pochi sanno?
L’impatto ambientale del cibo (dati Osservatorio A.P.S. PIU’INFORMA)
- Inquinamento dell’aria; la produzione agroalimentare, meglio conosciuto come food, emette 13,6
miliardi di tonnellate di CO2eq/anno nel mondo, pari al 26% delle emissioni globali. Percentuale superata solamente dalle emissioni del settore energetico. - Occupazione e degradazione del suolo; agricoltura e allevamenti occupano il 50% del suolo vivibile terrestre, minacciando quindi seriamente la biodiversità e la qualità del suolo stesso.
- Consumo e inquinamento delle risorse idriche; il settore agroalimentare è il maggior consumatore di acqua al mondo; esso impiega il 70% del totale dell’acqua utilizzata nel mondo. Parliamo di 6000-8500 chilometri cubi di acqua all’anno. Senza tenere conto delle risorse idriche inquinate e soggette a eutrofizzazione causato dal dilavamento dei fertilizzanti e dei pesticidi.
- Inquinamento da plastica; in Europa, la quantità di plastica impiegata per cibo, alimenti e bevande equivale a 8 milioni di tonnellate/anno di cui, circa il 20% della domanda totale europea, il 95% di questa è monouso. Questa quantità di plastica genera tonnellate di CO2 ogni anno e si ripresenta sotto forma di micro-plastiche nell’ambiente.
Il problema del cibo di origine animale
Ormai è riconosciuto che la filiera legata ai prodotti di origine animale (vale a dire carne, uova e prodotti lattiero-caseari) è una delle ragioni principali dietro questi effetti indesiderati. La produzione di carne e latticini utilizzano l’83% dei terreni agricoli e producono il 60% delle emissioni di gas serra dell’intero settore agricolo.
In particolare, la produzione di carne è responsabile del 30% delle emissioni globali di metano (CH4). A queste si aggiungono alcune fonti indirette di emissioni, come la distruzione di foreste e boschi; per creare spazi dedicati a pascoli e monocolture destinate a sfamare gli animali.
Risulta dunque fondamentale rivedere le nostre abitudini alimentari. Un cambiamento che è possibile grazie ai servizi PIÚINFORMA®, per il bene della nostra salute e quella del nostro pianeta.
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