Quando si parla di prodotti equo e solidali i consumatori si orientano di norma sui marchi anche se incompatibili con la sostenibilità ambientale. Sono davvero molti e non è facile avere sempre il quadro della situazione.

Tutti i produttori, per definirli tali, fanno riferimento a dei disciplinari che definiscono le specifiche che i prodotti devono avere per ottenere il marchio. Spesso è sufficiente che una sola percentuale degli ingredienti con cui il prodotto è composto, sia conforme al disciplinare o utilizzi già il marchio. Nulla a che vedere con la sostenibilità ambientale come vedremmo più tardi.

Nelle realizzazioni PIÚINFORMA® questi prodotti anno per anno sono in crescita e la provenienza è sempre più territoriale. Sono identificati dal marchio 10+EQUO®. Un marchio tutto italiano che identifica i prodotti come equo e sostenibili. Si parla così di prodotti equo e solidali e sostenibili.

L’obiettivo primario del commercio equo e solidale è la lotta allo sfruttamento e alla povertà generati da cause economiche, politiche o sociali. Si tratta comunque di una forma di commercio internazionale, che però non ha come focus primario la massimizzazione del profitto ma si impegna principalmente a garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso. La sostenibilità ambientale tocca argomenti legati le emissioni in atmosfera.

Carta Italiana del commercio dei prodotti equo solidali e sostenibilità

A differenza del Biologico, normato ed autorizzato dal Ministero della Salute, non esiste ad oggi una norma ufficiale che definisca questo tipo di commercio, che è in un certo senso regolamentato (in Italia) dalla “Carta Italiana del Commercio Equo e Solidale“.

Questa Carta definisce i principali vincoli da osservare per poter entrare nel circuito del commercio equo e solidale, che sono:

  1. Il divieto del lavoro minorile.
  2. Impiego di materie prime rinnovabili.
  3. Investimenti per la formazione.
  4. Cooperazione tra i produttori.
  5. Creazione, se possibile, di un mercato interno dei beni prodotti.

Vengono qui definiti anche i doveri degli acquirenti (gli importatori) dei paesi ricchi, i quali sono tenuti ad impegnarsi a seguire le indicazioni relative ai prodotti equo e solidali.

  1. Mantenere dei prezzi minimi garantiti decisi in accordo con i produttori, che devono permettere loro di vivere in modo dignitoso e di poter attuare metodi produttivi che siano sostenibili per l’ambiente.
  2. Garantire dei quantitativi minimi di ordini.
  3. Stipulare dei contratti con i produttori che siano di lunga durata.
  4. Fornire ai produttori dei paesi in via di sviluppo consulenza sui prodotti e sulle tecniche di produzione.
  5. Assicurare loro un prefinanziamento.

Seguendo queste regole, non solo è possibile venire a contatto con prodotti provenienti da tutto il mondo, ma lo si fa in modo etico, rispettando i produttori diretti e avviando delle relazioni commerciali sostenibili e responsabili.

Prodotti equo solidali e sostenibilità  sotto la lente dell’impronta ambientale

È palese che tutto questo non è assolutamente collegabile alla sostenibilità intesa come impatto ambientale, ergo CO2Eq. Già a prima vista riusciamo a distinguere questo fatto dalla provenienza delle materie prime o semilavorati. Pensiamo solo alle distanze e come vengono stivati molto spesso nei container sulle navi. Alcuni prodotti poi vengono raccolti prima della maturazione che avviene per l’appunto durante il tragitto. I prodotti equo e solidali non necessariamente sono sostenibili.

Noi di PIÚINFORMA® preferiamo definirli sostegno e beneficenza, aiutare le persone bisognose e garantire loro un adeguato stipendio è socialmente importante e gratificante per le persone che lo fanno.

Entra nella community di  Associazione a Promozione Sociale PIU’INFORMA